mercoledì 18 gennaio 2017

STEP 23: Un colore "selvaggio"

Con "Il pensiero selvaggio" di Claude Lévi-Strauss viene eliminato ogni pregiudizio che sta alla base dell'Occidente: i Selvaggi sono degli spiriti semplici, e vivono allo stato di Natura, a differenza di noi, che abbiamo scienza e cultura. I suoi anni di ricerche nelle Americhe hanno fatto di lui, uno dei più grandi antropologi di ogni tempo. Grazie a lui, la battaglia contro l'etnocentrismo è diventata un valore della migliore antropologia. Lévi-Strauss individua una struttura, profonda e razionale, grazie alla quale tutte le società elaborano i propri miti e credenze, realizzano il radicamento territoriale e l’organizzazione sociale dei propri componenti, e sviluppano strumenti pratici e complesse tassonomie. La loro necessità, prettamente umana, è di trarre un ordine dal fluire indistinto del reale. Quest’opera capitale dello strutturalismo che, pur segnando un punto di svolta nel pensiero antropologico, ha saputo varcare i propri confini disciplinari intervenendo nel più ampio dibattito culturale del Novecento. A cominciare dal secco rifiuto di un universalismo astratto ed eurocentrico che, concepito al tramonto del colonialismo, non ha mai smesso di essere attuale. Per avvicinare il colore perso in causa con il pensiero di Lévi-Strauss prendiamo in considerazione l'importanza dei colori nelle feste e nelle usanze di diversi popoli contemporanei. Come ben sappiamo, il rosso è colore dominante durante il Natale, per il Bar mitzvah il colore più comune è il blu.. Ed il viola? 


Esso svolge un ruolo molto importante nel campo spirituale. Nel XII secolo il viola era considerato un subniger, ossia un derivato e sostitutivo del nero in alcuni casi. E’ interessante notare che il viola, all’epoca, non era come lo conosciamo oggi. Si trattava piuttosto di un blu molto scuro, tendente al viola o più verosimilmente all’indaco. Molti paramenti antichi, che a noi sembrano blu notte, erano infatti considerati viola dai medievali. E' il colore che indica penitenza, richiamo alla conversione e alla stessa penitenza. Si usa durante il periodo dell’Avvento e durante la Quaresima, ma anche durante la celebrazione delle Messe dei defunti.


Fonti: 

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